«Gli oneri derivanti dalla contrattazione collettiva sono determinati a carico dei bilanci delle Regioni» si legge nella sentenza della Consulta. «Se non escono queste risorse noi andiamo avanti lo stesso», sottolinea il Presidente Guido Quici

di Diana Romersi e Giulia Cavalcanti

«La sentenza della Corte Costituzionale – che chiarisce definitivamente come gli oneri della contrattazione collettiva nella sanità debbano essere a carico dei bilanci delle Regioni – rafforza la linea di rigore e richiami alla correttezza che CIMO e FESMED hanno sempre tenuto e apre spiragli per la chiusura della questione sulla parte economica del contratto dei medici». La Federazione sindacale guidata da Guido Quici commenta così la sentenza della Corte Costituzionale che, in sostanza, conferma la linea tenuta dal sindacato in questi mesi. Secondo quanto riportato dalla sentenza della Consulta sull’assistenza agli alunni disabili in Veneto, «l’articolo 48, comma 2, primo periodo, del medesimo decreto legislativo n. 165 del 2001, in virtù del richiamo operato al precedente articolo 41, comma 2, stabilisce che gli oneri derivanti dalla contrattazione collettiva sono determinati a carico dei bilanci delle Regioni, dei relativi enti dipendenti, e delle amministrazioni del Servizio sanitario nazionale».
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Raggiunto dai nostri microfoni, Guido Quici, presidente della Federazione CIMO-FESMEDcommenta quanto fissato dalla sentenza. «La Corte Costituzionale non fa altro che confermare la linea della CIMO, noi abbiamo fatto una denuncia, una segnalazione alla Corte dei Conti di tutte le Regioni relativamente al sospetto che c’era del mancato accantonamento dei fondi per il nostro rinnovo contrattuale. Quando noi ci siamo seduti al tavolo contrattuale, a marzo 2018, avevamo chiesto di conoscere le risorse, poi abbiamo lasciato il tavolo perché le Regioni a tuttora non ci hanno dato una risposta. Il sospetto era molto elevato. Noi, invece di parlare e fare tante chiacchiere, abbiamo fatto questa segnalazione: una class action, una denuncia alla Corte Europea dei Diritti dell’Uomo e in questi giorni procederemo sicuramente a sollecitare le sezioni regionali della Corte dei Conti per chiedere se hanno avviato le indagini e a che punto sono».