Considerazioni

Alla luce dell’ipotesi di documento inerente il settore penitenziario da presentare come ACN che lo Snami sta condividendo con la FIMMG e lo SMI , c’è da annotare dopo una prima lettura ,una serie di considerazioni prioritarie . Il documento si compendia diciamo in una parte tecnica , in cui si annotano le competenze dei medici ,il loro ruolo , il quadro disciplinare ; una parte economica , sulla quale tornerò in seguito; e infine una parte politica , in cui si ripresenta pari pari l’organizzazione della medicina generale con Aft responsabili e iter burocratico ,che pur la stessa Fimmg che lo ha proposto e sostenuto caparbiamente ,dopo l’applicazione ha verificato la sua debolezza, inutilità e inconcludenza ( tanto da cominciare ad avvertire fra i loro stessi quadri crepe, o in molti casi veri e proprie smottamenti).

 

Se quindi sulla parte tecnica si può trovare delle intese concordate e unitarie , e lo stesso credo sulla parte economica (che appare approntata sull’ottimismo a mio avviso ,ma certo appare giusto chiedere in misura maggiore per aumentare il potere di contrattazione) sulla parte politica credo che non ci si possa che dividere ,lo dico perchè ,altrimenti come è successo per la medicina generale , i colleghi non ci capirebbero, infatti quel modello è stato dimostrato essere fallimentare e quindi lo sforzo deve essere da parte nostra la proposizione di un modello diverso che ottemperi alle caratteristiche e peculiarità della medicina penitenziaria.

Chi come me lavora da un quarto di secolo nel penitenziario sa che la “peculiarità” della medicina penitenziaria è sempre stata la nostra forza (qualche volta anche la nostra debolezza)e il sindacato maggioritario di un tempo(l’amapi)nelle cui fila tutti i più vecchi ci siamo formati, per tanti lunghissimi anni(prima del passaggio al S.S.N ) ne aveva fatto il cavallo di battaglia. Avere memoria del passato credo che sia importante perchè ci insegna a non ripetere errori già fatti; in questi anni dopo il passaggio al S.S.N. quello che abbiamo subito è la omologazione selvaggia del modello , le Asl non sono riuscite a gestire le differenze e quindi hanno fatto tabula rasa , e gli effetti catastrofici sono sotto gli occhi di tutti.

 

Il passaggio al S.S.N . doveva significare un miglioramento del servizio e delle competenze , non ci sembra che ciò sia avvenuto ; la medicina penitenziaria è diventata la cenerentola dei vari settori con una omologazione sciatta e senza spunti. Ogni richiesta di dialogo è stata rispedita al mittente e come segretario regionale da quasi due anni chiedo un incontro in comitato regionale ,che viene continuamente rinviato (per esigenze superiori).

 

Vengono nominati responsabili senza graduatorie (per decisione “Reale” ) intanto le problematiche aumentano e i pericoli per la sicurezza a volte anche per la incolumità aumentano; qualche giorno fa era il trentennale dell’anniversario della rivolta di Porto azzurro (25 agosto 1987) con il sequestro di medici e infermieri che hanno rischiato la vita,per la sola causa di essere in servizio , e ciò era , è , e sarà intollerabile .

Per ricordare meglio l’avvenimento proprio in questi giorni ci sono stati due suicidi nel giro di poche ore e clamorose proteste da parte dei detenuti. Uno dei suicidi è avvenuto nel carcere “ Don Bosco di Pisa all’una di notte . Si trattava di un giovane tunisino che si è impiccato. Subito dopo una quarantina di detenuti hanno inscenato una protesta nelle ore notturne occupando il corridoio di accesso ai passeggi lanciando pietre verso il pavimento attraverso le finestre. La situazione appariva critica, nel piazzale esterno sostavano ancora carabinieri e polizia pronti ad intervenire; all’interno la situazione era sotto il controllo della polizia penitenziaria.

 

L’altro suicidio, questa volta al carcere di Torino, è avvenuto nella stessa mattinata . Si trattava di un 37enne di origini sinti che si è impiccato legandosi con un lenzuolo alle grate del bagno della cella dove era ristretto. Altre due morti che allungano l’inarrestabile lista dei decessi che avvengono nelle nostre patrie galere. Ufficialmente parliamo di 36 suicidi avvenuti all’interno dei penitenziari, ma se aggiungiamo anche il suicidio avvenuto in esecuzione penale esterna, quello nella Rems e il decesso in ospedale dopo un tentato suicidio, arriviamo a 39 dall’inizio dell’anno.

Ancora in questi giorni un caso di omicidio in una cella a San Gimignano. Il grave episodio si innesta su uno stato generale di grande disagio per il sistema penitenziario, con una vera e propria escalation di risse, violenze, aggressioni e ormai si descrive le carceri come “sempre più ingovernabili”. Dobbiamo farne memoria chiedere più sicurezza e porre al centro dell’attenzione la salute e non il budget , bisogna chiedere chiarezza di rapporti fra le amministrazioni ,non è più tollerabile che il medico sia fra incudine (amministrazione della giustizia ) e martello (asl) che si rimpallino le competenze dando alla luce casi paradossali come quello verificato a Lucca in cui un collega viene sospeso dal servizio perchè il direttore del carcere lo accusa di non aver fatto il poliziotto penitenziario e l’ e l’asl ne prende atto e licenzia il medico.

Sempre più le aziende confondono la libera professione o la convenzione con la dipendenza , sono cose diverse deve essere chiaro e definitivo. Questi a mio avviso sono i punti del confronto , se non si riesce ad capire che la sicurezza, l’aumento del budget , e la centralità del medico sono passaggi non più rinviabili ,tutto ciò che viene proposto serve a poco e non va nella giusta direzione. Su questo bisogna far nascere un confronto a tutto campo fra le organizzazioni sindacali per arrivare quanto più compattamente possibile alla discussione con la parte pubblica, Snami questo lo ha chiaro e si farà promotore di un incontro in tempi rapidi con le altre sigle sindacali regionali.

Ponsacco li  18/09/17

Segretario Regionale settore Penitenziario